L’associazione Libertas Margot aderisce alla Marcia della Pace prevista per il 9 ottobre 2016. Per la prima quest’anno la marcia della Pace contemplerà anche il tema della violenza di genere.

A seguire un articolo rilasciato dalla Consigliera di parità della Provincia, Gemma Bracco, su “La Nazione” del 5.10.2016

Alla Marcia della Pace quest’anno ci sarà anche un nutrito gruppo di soggetti che parteciperanno per dire con forza «no» alla violenza sulle donne. «Non una partecipazione spot – dice la consigliera di pari opportunità della provincia Gemma Paola Bracco – ma una segnale concreto, che speriamo faccia davvero rumore per raggiungere le persone che sembrano ormai assuefatte al fenomeno. E invece – sottolinea –, si tratta di una vera epropria emergenza come dimostrano i freddi dati delle statistiche che attestano un aumento esponenziale dei casi di femminicidio. Un problema costante che è un segnale della inadeguatezza nell’accettare i nuovi ruoli di genere di questa nostra società».

Un problema culturale.

«E’ così. C’è stata non una evoluzione ma una involuzione culturale. Ancora nell’immaginario collettivo il divorzio è un’onta che va nascosta, viene considerato un affronto. Basterebbe prendere coscienza collettiva del problema. Fino a qualche tempo fa in giurisprudenza si parlava ancora di delitto d’onore e ‘raptus’. Un fatto inaccettabile che la dice lunga sul modo di affrontare la questione.

Quindi sta alle famiglie diffondere una diversa cultura dell’amore, del rispetto, dell’autodeterminazione.

«Esatto. Serve la diffusione di una cultura che porti in famiglia alla consapevolezza dei diversi ruoli. Ho raccolto l’invito della Tavola della Pace a farmi promotrice di un coordinamento tra tutte le associazioni che operano per la prevenzione del problema e per il sostegno delle donne vittime di violenza, perchè ci sia un’unica voce univoca. Tutte marceremo con l’obiettivo di sensibilizzare su una vera e propria mergenza sociale. Ricordare che non bisogna mai giustificare certi gesti».

Cosa serve davvero alle donne?

«Servono servizi semplici ma concreti. Servono comprensione e sostegno. Ma soprattutto – conclude – serve l’aiuto degli uomini. I primi ad indignarsi a dire ‘basta’ devono essere proprio loro. Le statistiche ci dicono che in Italia, e l’Umbria purtroppo non fa eccezione, una donna su tre subisce violenza dal partner. E che un omicidio su 5 nel nostro Paese è femminicidio».