http://www.lagoccia.eu/cultura-e-societa/20183-noi-siamo-pari-con-margot-noalbullismo-e-noallaviolenzadigenere.html

 

Saranno centinaia i ragazzi e le ragazze che nei prossimi mesi parteciperanno al progetto Noi siamo Pari. Il proponimento, incentrato sui temi del bullismo e della violenza di genere, è ideato dall’associazione Libertas Margot insieme alla questura di Perugia con il patrocinio della Regione Umbria. Due le sottosezioni in cui sarà diviso: Sbullonàti. Smonta il bullo che è in te e Margherita

 
Per quanto riguarda i temi del bullismo – si legge in una nota Margot – sono tante le segnalazioni ricevute da Libertas Margot e dalle altre associazioni che operano in tutta la regione. Ragazzini perseguitati perché in sovrappeso, giovani donne offese e umiliate per le relazioni affettive. Ma anche vere e veri e propri inganni organizzati dal gruppo dei bulli per essere ripresi e poi messi in rete sottoponendo la vittima alla gogna mediatica. Pagine facebook create ad hoc contro la vittima prescelta. La casistica dei fenomeni di bullismo in Umbria risulta essere assolutamente nella media, con episodi che raggiungono vette di crudeltà che segnano per sempre il giovane che non riesce ad uscire dal meccanismo di violenza e sopraffazione a cui è sottoposto. Testimonianze che sono una spia di quanto questo fenomeno sia radicato e devastante e, soprattutto, si manifesti ormai fin dalle elementari. 
Le richieste di interventi nelle scuole sono arrivate da tutta la regione, soprattutto dalle scuole medie. La scuola spesso si trova infatti disarmata davanti a questi fenomeni anche perché non sempre la famiglia si allea con gli insegnanti. 
“Da qui  – ha spiegato la Consigliera regionale Carla Casciari durante la presentazione del progetto a Palazzo Donini – l’importanza di creare un programma che fornisca prima di tutto strumenti per identificare cosa sia il fenomeno del bullismo, quando ci trova di fronte a una normale tensione che ci può essere fra ragazzi e, invece, quando si è davanti a una vera e propria persecuzione. Il bullismo e la violenza di genere, infatti hanno una radice comune: siamo di fronte a relazioni che non sono pari: una delle due parti, infatti, ha potere sull’altra, che ne subisce il controllo e la limitazione dei diritti. È importante che si lavori per creare una nuova cultura”. 
“Questo progetto – ha sottolineato la presidente dell’associazione Libertas Margot, Vanna Ugolini – rappresenta per noi il salto di qualità che abbiamo potuto fare grazie alla Regione. Siamo partiti nel 2012 e abbiamo lavorato in una sola scuola, l’Istituto di istruzione superiore Cavour Marconi Pascal. Poi, via via, siamo cresciuti. Quest’anno proviamo a lavorare anche a livello regionale, cercando, soprattutto, di fornire agli insegnanti degli strumenti che possano servire loro anche durante l’anno scolastico”. 
“La nostra scuola – ha asserito il dirigente dell’Istituto di istruzione superiore Giuseppe Materia – è pilota del progetto perché abbiamo sempre creduto nel lavoro interdisciplinare e sul territorio. Affrontare questi temi con i ragazzi nella giusta maniera è la miglior prevenzione”. 
“Ritengo che comunque la cosa più importante sia il lavoro di rete – ha sostenuto Marco Quarato dell’Ufficio scolastico regionale – in modo che tutte le esperienze positive non vadano disperse e possano essere utilizzate dalle scuole”. 
“Per noi l’esperienza è stata importante – ha detto Antonella Piccotti, docente referente del progetto per l’Istituto di Istruzione superiore Cavour Marconi Pascal – e quest’anno la amplieremo introducendo anche un tema attualissimo come quello del cyberbullismo”. 
 
Le scuole che aderiscono al progetto sono: Istituto di Istruzione superiore Ipsia Cavour Marconi Pascal (scuola pilota), Liceo Alessi, Liceo Pieralli, Scuola secondaria di Ferro di Cavallo, Istituto comprensivo Piegaro, Istituto comprensivo di Bevagna Cannara, Istituto comprensivo di Foligno, Scuola media Foscolo . 
 
Metodo di lavoro – Alla base del lavoro impostato ci sono le linee guida fornite dal ministero dell’Istruzione e dall’Osservatorio nazionale contro il Bullismo. Verranno forniti materiale e indicazioni agli insegnanti in modo che il lavoro nelle classi possa continuare anche dopo la fine del progetto. 
“Non andremo a scuola a parlare di bullismo – asseriscono gli organizzatori – ma a far parlare i ragazzi, utilizzando degli attivatori emozionali, filmati, video, che li stimolino a parlare a riflettere. Inoltre forniremo un questionario, approvato dalla psicologa Lucia Magionami, a cui i ragazzi potranno liberamente rispondere prima del nostro intervento, per capire il livello di sensibilità della classe al problema. Alla fine del percorso somministreremo lo stesso questionario per vedere se qualcosa nella percezione del problema è cambiato. Il progetto si compone di diversi moduli, in modo tale che le scuole possono approfondire gli argomenti che ritengono più importanti. Quest’anno inseriamo anche un modulo sul cyberbullismo, tenuto dall’avvocato Emanuele Florindi, che ha scritto recentemente due libri sull’argomento”.