COMUNICATO STAMPA

Un anno di Margot Net, il primo sportello in Umbria per autori di maltrattamenti

Il lavoro su 12 uomini autori di maltrattamenti e violenza domestica:

9 insospettabili, la maggioranza molto giovani e benestanti

Tra chi ha fatto richiesta d’aiuto anche quattro donne che agiscono violenza nei confronti del compagno

Il report della dottoressa Lucia Magionami, psicologa e psicoterapeuta e dell’avvocato Emanuele Florindi

Responsabili dello sportello per l’associazione Libertas Margot:

“Essere violenti resta una scelta. Si può scegliere di non esserlo”

 

Sono stati 12 gli uomini che si sono rivolti allo sportello “Margot Net” per autori di maltrattamenti, il primo in Umbria aperto il 24 febbraio dello scorso anno dall’associazione Libertas Margot e gestito dalla psicologa e psicoterapeuta Lucia Magionami e dall’avvocato Emanuele Florindi.  

Tra chi ha fatto richiesta d’aiuto anche quattro donne che agiscono violenza nei confronti del partner: in tre casi si tratta di violenza fisica e in un caso si tratta sia di violenza fisica sia psicologica. Tutte e quattro vivono a Perugia anche se una è originaria del Sud America. I compagni non hanno mai denunciato le violenze subite per sentimenti di vergogna e inadeguatezza. Le donne si sono rivolte allo sportello di Margot perché, stando a quanto riferito da loro,  non ci sono altri servizi che abbiano competenze per questo tipo di problema. Considerato che questa tematica sta emergendo ora, sono allo studio dei professionisti  che gestiscono lo sportello, le dinamiche che hanno portato le donne ad agire questi comportamenti. Il dato comune che emerge dai colloqui è che tutte e quattro le donne hanno subito violenza in età evolutiva: due di queste fisica e psicologica da parte del padre e due violenza assistita. L’accesso allo sportello è avvenuto volontariamente grazie alle informazioni divulgate sui mass media.

Per quanto riguarda gli uomini l’accesso allo sportello è stato volontario e la maggioranza degli utenti  (9 su 12) ha conosciuto l’associazione direttamente attraverso i mezzi di comunicazione oppure è stata inviata dalle proprie compagne, anche loro informate sull’esistenza dello sportello attraverso i mass media e i social network.

Un accesso è stato indicato dalla Polizia, uno dai servizi, uno dal centro antiviolenza di Perugia.

“Come avevamo ampiamente previsto la nostra esperienza convalida gli studi e i dati già emersi nei centri antiviolenza italiani: l’uomo che agisce violenza è quello che viene comunemente definito insospettabile – ha dichiarato la dottoressa Lucia Magionami, psicologa e psicoterapeuta, che gestisce il centro – Stiamo parlando di 9 utenti su 12, una percentuale del 75 per cento. Viceversa il soggetto con disturbi della personalità, quello che comunemente definiamo malato, è rappresentato da un campione di 2 persone che statisticamente rappresentano il 16 per cento. Un dato superiore alla media ma qui non del tutto rilevante, in quanto il campione è statisticamente ridotto. La tendenza, però, è significativa ed è confermata anche dall’altro dato che ci indica un solo uomo con atteggiamenti violenti e con dipendenza e abuso di sostanze stupefacenti”.

Possiamo ancora rilevare da questo campione che gli autori di maltrattamenti che si sono rivolti allo sportello Margot Net “che la violenza è intergenerazionale – prosegue Magionami – Infatti dal nostro piccolo campione si rileva che l’ 83 per cento degli autori di violenza e maltrattamento ha subito a sua volta violenza diretta o assistita durante l’età infantile. Va detto che la violenza sulle donne è democratica: viene agita da persone di ogni livello sociale e culturale: uno solo degli autori di maltrattamenti seguiti da Margot ha il diploma di scuole media. Tutti gli altri hanno il diploma di scuola superiore o laurea”.

Dopo un anno di lavoro si può fare anche il bilancio dei primi risultati ottenuti: “I percorsi conclusi sono due – spiega Magionami – 8 utenti stanno continuando a fare il percorso psico-giuridico all’interno dello sportello, uno è stato inviato ai servizi sul territorio, dato che non era in grado di spostarsi autonomamente dalla sua città d’origine per seguire il nostro programma. Una persona non è stata presa in carico poiché, dopo i primi colloqui iniziali e un colloquio con la partner abbiamo rilevato la mancanza della motivazione nel fare un percorso con noi. Abbiamo, invece, ritenuto che avrebbe usato il nostro intervento solo ai fini di ottenere uno sconto di pena, in quanto indagato. Il nostro lavoro sarebbe stato controproducente per la partner che aveva subito violenza”.

“L’esperienza maturata nel corso di questo anno allo sportello  – sottolinea l’avvocato Emanuele Florindi – ci conferma che la violenza domestica rappresenta, nella maggior parte dei casi, una scelta. Le ragioni che portano l’autore del maltrattamento a scegliere questa strada sono tante: carenze culturali, paura, ignoranza dei diritti altrui, incapacità di leggere i propri sentimenti e quelli dell’altra, difficoltà a reggere emotivamente le frustrazioni. A nostro avviso la diffusione della cultura del rispetto rappresenta oggi la prima e principale arma per combattere questo tragico fenomeno”.

“I numeri sono inevitabilmente piccoli, in quanto l’associazione lavora esclusivamente con professionisti che declinano le proprie competenze verso il sociale e lo fanno in maniera gratuita – sostiene Massimo Pici, vicepresidente dell’associazione Libertas Margot – ma sicuramente il segnale che siamo riusciti a dare è molto importante e indica che abbiamo cominciato a creare un cambiamento culturale nella nostra regione innegabile”.

Perugia 05.03.2016

Per info: 3382382888