Una coincidenza infelice quella del cento decimo caso di femminicidio avvenuto mercoledì a Perugia durante la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne. Mentre Margot, associazione di professionisti impegnati nella lotta contro ogni violenza di genere e contro ogni forma di discriminazione partecipava alla Sala della Giunta comunale in Palazzo dei Priori alla campagna di raccolta fondi e promozione di “una margherita per Margot” è arrivata la notizia. All’incontro delle sette al Tieffeu Teatro nel programma di Corsia Of per la presentazione delle iniziative svolte fin qui dall’associazione fondata nel 2013 si è potuto parlare alla luce di questo ennesimo tragico evento. Margot ha creato il primo centro d’ascolto in Umbria per autori di maltrattamenti, Margot Net, servizio gestito da una psicologa e da un legale e rivolto agli uomini che vogliono mettersi in gioco e cambiare il loro comportamento violento nei confronti del partner e dei figli. Perché di comportamento si parla nella maggioranza dei casi e non di disturbi psichici e di follia. “La violenza non è un fatto privato, ma una violazione di diritti” ci dice in apertura Vanna Ugolini, che possono riguardare la libertà di autodeterminazione, il lavoro, l’indipendenza economica, la  salute, la sfera sessuale. E’ un fenomeno dilagante che colpisce una donna su tre e che non tiene conto dell’origine culturale e sociale, spesso non riconosciuto e sottovalutato dalle stesse persone coinvolte, un fenomeno carsico, erosivo, che continua a scavare nel tempo, rendendo friabile fiducia e autostima. Per aumentare le risorse, anche fisiche, di autodifesa e consapevolezza, l’associazione ha organizzato dei corsi di protezione personale unendosi a professionisti della Libertas e Prometheus e commutando tecniche dal  Krav Maga, basate innanzitutto sull’ascolto e l’osservazione. Per sensibilizzare ed ottenere feedback tra i giovani che faticano a riconoscere il fenomeno, data la scarsa esperienza, ha organizzato e realizzato film sul tema negli Istituti Superiori. Secondo la filosofia della associazione i centri antiviolenza devono preparare ad “uscire” non solo a rimanere sotto protezione, per questo si aspira a dei già operativi “Family Justice Center” centri internazionali  di aiuto e assistenza, anche economica, per donne vittime di violenza e dei loro bambini, supportate ed indirizzate da equipe di psicologi, avvocati e carabinieri. Per una piccola raccolta fondi destinati al sostenimento dei progetti di volontariato Margot  propone insieme ad altre associazioni una cena all’Hotel Giò il prossimo 13 dicembre.

26 novembre 2015

Grazie a Giulietta Mastroianni