margot net presentazione 1

 

E’ stato presentato all’università per Stranieri di Perugia Margot Net, il primo centro di ascolto in Umbria per autori di maltrattamenti, da un progetto dell’associazione Margot che si occupa di violenza di genere.

Il centro si propone di essere un punto di riferimento per gli uomini che vogliono dire basta ai loro comportamenti violenti e attuare un cambiamento sostanziale nelle relazioni affettive con la partner e con i figli. Obiettivo del progetto Margot Net è l’educazione alla risoluzione non violenta dei conflitti interpersonali.

Con questo incontro continua la nostra proficua collaborazione con le forze dell’ordine e con le associazioni più attive sul territorio sul tema della tutela dei diritti. Abbiamo ospitato nei mesi scorsi i corsi di formazione organizzati da Margot e dall’associazione Prometheus rivolti alle forze dell’ordine, ora questa nuova iniziativa che è un passo avanti nella strada della prevenzione e della difesa delle vittime di violenza. Non possiamo che essere orgogliosi di dare il nostro contributo in questa direzione
Giovanni Paciullo, Magnifico Rettore università per Stranieri di Perugia

 

Margot Net è un servizio che noi, come associazione Margot, ci sentiamo di offrire, anche se sentiamo tutta la responsabilità nel fare questo passo. Dal 2013 l’associazione si occupa di violenza di genere, è composta da professionisti che declinano le loro competenze in favore del sociale. Coloro che fanno parte di Margot vengono da esperienze e percorsi di vita molto diversi, ma che, in qualche modo, hanno avuto a che fare con la violenza di genere. Tutti siamo accomunati dalla consapevolezza che è il momento di superare la fase dell’allarme, della contabilità delle vittime, per cominciare a fare, a impegnarsi concretamente in prima persona. Una parte di noi, in queste ore, sta portando avanti al ministero dell’Interno Open Minds, un corso teorico pratico di difesa personale, rivolto alle forze dell’ordine. Noi vogliamo offrire un nuovo servizio sul territorio. Gli studi fatti sugli autori di violenze hanno stabilito che solo il due per cento degli uomini violenti ha problemi psichici. L’altro 98 per cento è composto da persone in grado di intendere e di volere. Persone che, quindi, decidono di essere violente. Noi crediamo che si possa scegliere di non essere persone violente. E che questa sia un percorso importante nella direzione della prevenzione. Noi ci mettiamo in gioco, speriamo che anche gli uomini autori di maltrattamenti lo facciano.
Vanna Ugolini, presidente Margot

 

E’ un ulteriore passo del percorso che abbiamo intrapreso due anni fa. Lavoriamo con i ragazzi nelle scuole sui temi del bullismo, della protezione personale, della violenza di genere e abbiamo fatto degli importanti corsi di formazione alle forze dell’ordine, perché hanno un ruolo fondamentale nella tutela dei diritti delle vittime di violenza di genere. Ora proviamo a intraprendere la strada della prevenzione, a fermare la violenza prima che diventi un dramma.
Massimo Pici, vicepresidente Margot

 

Struttura del centro.
Gli incontri avverranno in una sede messa a disposizione dalla Libertas, il cui indirizzo viene tenuto riservato per tutelare la privacy di chi vorrà accedere al centro e verrà comunicato solo ai diretti interessati.

Per la richiesta di ammissione al centro si può mandare una mail A info@margotproject.org  o chiamare o lasciare un sms al numero di telefono 3408653261.
E’ importante lasciare sempre un recapito telefonico per essere richiamati. numero fisso 075 33113
Non si accettano adesioni solo attraverso richiesta via mail 

 

Il centro verrà gestito in questo modo: si terranno almeno due incontri singoli dove si cercherà di capire le reali motivazioni del soggetto al cambiamento e valutare la pericolosità della violenza. Il secondo passo sarà il contatto con il partner per cercare di capire la storia anche dal punto della vittima e avere maggiori dinamiche sulla violenza. Dopo questo passaggio l’utente entrerà a far parte di un gruppo e questo lavoro sarà il più lungo, prevediamo la durata di almeno un anno. Il gruppo sarà guidato da una terapeuta e da un avvocato. Ci atteniamo alle metodologia già in atto, che prevede la presenza di un uomo e una donna proprio per bilanciare il maschile e il femminile che non sta in equilibrio all’interno dell’utente. Lavoreremo poi sull’attribuzione dei propri comportamenti, il riconoscimento della violenza e sull’acquisizione di nuovi comportamenti di reazione allo stato di frustrazione e inadeguatezza che spesso fanno scattare comportamenti violenti. Tutto questo avrà sia risvolti psicologici ma anche aspetti giuridici poiché l’avvocato apporterà informazioni e conoscenze su ciò che è socialmente e giuridicamente accettabili e no.
Gestione del centro. Lucia Magionami, psicologa

 

Il ruolo di un avvocato all’interno di un progetto di questo genere ha la duplice esigenza di fornire indicazioni precise e chiare sui percorsi da seguire per ottenere la massima tutela e individuare le soluzioni in grado di disinnescare aggressività e violenza fornendo soluzioni legali alle principali problematiche che incontrano le coppie in crisi. Inoltre si rivela fondamentale far riflettere gli utenti sulle conseguenze giuridiche di comportamenti ed azioni che spesso vengono considerate normali o accettabili mentre possono trovare sanzione nel nostro ordinamento.
Emanuele Florindi, avvocato

 

Siamo contenti di collaborare a questo progetto, primo in Umbria, e di dare il nostro appoggio. Margot è iscritta alla Libertas in virtù dei corsi di protezione personale che sta portando avanti. Contribuire alla sua crescita è per noi motivo di orgoglio.
Mauro Brugnoni, presidente Libertas